All’Agrario si coltiva il tè nero cinese

Tortolì, l’iniziativa dell’istituto si inserisce nel progetto “La via della seta”22 APRILE 2020

TORTOLÌ. Il famoso tè nero cinese sarà coltivato nei terreni dell’Istituto agrario di Tortolì, in zona san Giovanni. Il dirigente scolastico dell’Istituto Ianas di Tortolì , cui fa capo, fra gli altri, anche l’Agrario, Giovanni Battista (noto Nanni) Usai, parla con orgoglio della nuova iniziativa. E ricorda che diverse varietà cinesi del famoso tè nero saranno coltivate nei terreni adiacenti l’Istituto agrario, dove si esercitano anche gli studenti. Il tutto avverrà con sistemi innovativi e agricoltura di precisione. Si tratta di un importante e innovativo progetto di cooperazione agricola che coinvolge le cooperativa sociali Alea e Is Terras Birdis (entrambe con sede a Tortolì) e l’Istituto Agrario, ubicato all’uscita sud di Tortolì, lungo la nuova strada statale 125-Orientale per Barisardo.

Il progetto è denominato “La via del tè: dalla Cina alla Sardegna, agricoltura solidale e innovativa». Referente del progetto è proprio il dirigente scolastico dell’istituto Ianas. L’iniziativa, come è stato precisato, si avvale del contributo della Fondazione di Sardegna. «La nostra isola – evidenzia Giovanni Battista Usai – per il suo clima mite e temperato, per gran parte dell’anno è stata selezionata a livello nazionale anche per la coltivazione di questa coltura di pregio» .

Il primo passo è stato la creazione di un giardino del tè cinese in Sardegna, con la coltivazione di piantine in alcuni terreni in Ogliastra. Ha coinvolto studenti e giovani che hanno partecipato a un percorso di inserimento lavorativo. «Il progetto si inserisce all’interno del più ambizioso “Via della seta” e coinvolge quindi istituzioni più importanti come il ministero dell’ Agricoltura. «Gli imprenditori – rimarca Usai – trasferiranno saperi, tecnologie, materiale tra cui le piantine di tè nero e i fondi per far ripartire il laboratorio di fitopropagazione fermo da anni. L’intento è quello di riprodurre le piantine che arrivano dalla Cina attraverso la micropropagazione». Gli esperti dalla Cina lavoreranno a diretto contatto con gli agronomi della scuola. «Si tratterà poi di verificare nel tempo se la sperimentazione va in porto – e se queste coltivazioni hanno un futuro nei terreni delle cooperative, della scuola e in Sardegna». (l.cu.)

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